Santa Elisabetta
Santa Elisabetta e il mistero della tomba di Minosse
Fondata nel 1670 per volere dei nobili Montaperto, Santa Elisabetta nasconde un segreto millenario. La collina di Keli, che abbraccia il paese, custodisce tracce di un passato che affonda le radici nel I millennio avanti Cristo, ma è sul vicino monte Guastanella che la storia si mescola alla leggenda.
Questa imponente rocca gessosa, che si erge per 250 metri sulla valle, potrebbe essere l’ultimo rifugio di Minosse, il re cretese che qui morì inseguendo Dedalo. Le grotte scavate nella parete e i resti del castello arabo (dove nel Medioevo fu imprigionato il vescovo Ursone) sembrano custodire l’eco del suo dramma. Federico II di Svevia, nel XIII secolo, distrusse la fortezza musulmana, ma non cancellò il mistero: nelle viscere della montagna, la necropoli protostorica con le sue tombe “a forno” e gli arcosoli bizantini rimane una pagina aperta sul culto dei morti, dalla preistoria al cristianesimo.
Nel borgo, i pannelli in ceramica lungo le vie raccontano il ciclo delle stagioni e della terra, mentre la Chiesa Madre settecentesca custodisce silenziosa la sua comunità.
Come arrivare
Da Palermo: Autostrada A19 verso Catania, uscita Caltanissetta, SS640 e SS115 verso Agrigento, deviazione a Montaperto (130 chilometri, 1h50’).
Da Catania: Autostrada A19 verso Palermo, uscita Caltanissetta, SS640 e SS115 verso Agrigento (150 chilometri, 2h).
Da Agrigento: SS115 verso Raffadali, svolta per Santa Elisabetta (15 chilometri, 20 minuti).